La Procura di Termini Imerese contesta l’ordinanza di scarcerazione del Gip per Giovanni Barreca, accusato della strage di Altavilla Milicia.
La vicenda giudiziaria di Giovanni Barreca, accusato della brutale strage di Altavilla Milicia, ha innescato un acceso conflitto tra la Procura di Termini Imerese e il Gip che ha ordinato la sua scarcerazione.
L’uomo di 54 anni, è sospettato di aver torturato e ucciso la moglie e i figli durante un macabro rito religioso, al quale avrebbero partecipato anche la figlia 17enne e una coppia di conoscenti.
La Procura ha presentato ricorso contro la decisione del giudice di liberare l’uomo e trasferirlo temporaneamente in una Rems.
L’intervento della Procura sulla scarcerazione di Barrecca
La Procura di Termini Imerese ha duramente criticato l’ordinanza del Gip. “L’impugnazione si è resa necessaria in quanto, ad avviso di questo ufficio, l’ordinanza e i consequenziali provvedimenti integrativi e correttivi si pongono in antitesi con i principi concernenti il rispetto del contraddittorio processuale tra le parti, oltre a presentare profili di contraddittorietà e illogicità motivazionale,” ha dichiarato la Procura in una nota ufficiale.
Secondo i pm, come riportato da Fanpage.it, la decisione è stata presa violando le procedure che richiedono il preventivo parere dell’accusa.
Inoltre, i magistrati ritengono che il giudice abbia basato la sua scelta unicamente sulla perizia di un consulente nominato dal Gip stesso. Ignorando la relazione dell’esperto della Procura che avrebbe valutato l’imputato: “Solo una parziale incapace di intendere e di volere“.
I dubbi della Procura sulla strage d’Altavilla
Al centro della disputa vi è dunque la valutazione psicologica di Giovanni Barreca. Il consulente incaricato dal Gip ha ritenuto incapace di intendere e volere, elemento che ha giustificato la decisione di revocare la misura cautelare in carcere.
Tuttavia, il perito della Procura ha espresso un parere opposto, sostenendo come l’uomo presenti: “Un elevatissimo grado di pericolosità“